KOHAKU AIKIDO ROMA

• CHI SIAMO 

Simone Salvatore

Sono nato nel 1978 ad Ostia, la frazione litoranea del comune di Roma.
3° dan di Aikidô, rilasciato dall’Aikikai d’Italia e Giappone.
2° dan di Iaidô, rilasciato dalla Confederazione Italiana Kendo.
Qualifica CSEN di allenatore Aikidô ottenuta nel 2020.
Mi avvicino allo studio delle arti marziali nel 1997, praticando Hung Gar, Qi Xing Tang Lang e Wing Chun presso la scuola Wu Tao Kwoon Kung-Fu di Roma.
Nel 2008 comincio a praticare aikidô presso il dojo Aikizen no kai di Dionino Giangrande (6° dan Shihan) con il quale arrivo a prendere il 2° dan.
Amatorialmente pratico sport come tennis, ciclismo e corsa. Mi divertono e, insieme al contatto con la natura che spesso ambienta le mie uscite, mi aiutano a stare bene, a pensare bene.
Fotografo, diplomato in direzione della fotografia al Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema di Roma.

Francesca Scorretti

Sono nata a Roma nel 1979.
Ho avuto la fortuna di riconoscere il momento in cui mi sono imbattuta, nel corso della mia vita, in persone straordinarie, che mi hanno permesso di accedere ai misteri di arti altrettanto straordinarie. Fra tutte l’Aikido, che ho studiato con il Maestro Dionino Giangrande (6° dan Shihan) presso l’Aikizen no kai.
Cerco la bellezza come punto di equilibrio di un’esistenza guidata dal desiderio, dalla ferocia e dall’entusiasmo che lo studio di queste arti mi trasmette.
2° dan di Aikidô rilasciato dall’Aikikai d’Italia e di Tokyo.
2° dan di Iaidô, rilasciato dalla Confederazione Italiana Kendo.
Qualifica CSEN di allenatore di Aikidô ottenuta nel 2020.
Studio Shodô e Teatro No.
Sono un avvocato penalista iscritto all’Albo di Milano e lavoro per una multinazionale italiana. Ho una specializzazione in storia delle fonti del diritto che concilia la mia grande passione per la storia antica e la linguistica.
Ho studiato pianoforte principale e musica da camera presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.
Ho praticato diverse discipline a livello agonistico, in particolare nuoto, atletica leggera e pallavolo, oltre al pugilato.
Il mio desiderio più grande è poter essere testimone dell’evoluzione che il divenire padrone di un’arte, attraverso un serio e costante addestramento, è in grado di portare nella vita di ciascuno.


IL NOME

Il nome Kohaku 琥珀 significa in giapponese “Ambra”. Si tratta di un termine composto da due kanji differenti. Nel primo, si nasconde il kanji di Tora, la tigre, nel secondo il kanji di Shiro, il colore bianco. L’Ambra non è una pietra preziosa bensì una resina fossile, eppure è particolarmente pregiata e difficile da reperire. A volte, in essa si nascondono organismi perfettamente conservati che, grazie al processo di fossilizzazione, mantengono intatte le proprie caratteristiche. Si tratta quindi di una sostanza che diviene più pregiata man mano che il tempo passa e che è in grado di celare e conservare tesori al suo interno, mentre la sua struttura si solidifica. Fortificarsi e impreziosirsi man mano che il tempo passa e scoprire le ricchezze nascoste dentro di noi grazie allo studio serio e perseverante ci è sembrato il modo migliore per caratterizzare lo stile del nostro dojo. Questo nome cela tuttavia un ulteriore e ancora più profondo significato. In un famoso film del Maestro Miyazaki Hayao, uno dei protagonisti dimentica il proprio nome e riesce a ricordarlo dopo molta fatica e superando innumerevoli prove. Il suo nome è Kohaku e nella simbologia del film questo personaggio rappresenta l’importanza dell’identità, del voler essere fedeli a se stessi, del non dimenticare chi si è a causa dei falsi stimoli esterni. La ricerca, la cura, l’attenzione verso la nostra identità, verso chi vogliamo essere davvero è quello che desideriamo lo studio dell’Aikido possa trasmettere e supportare, attraverso una pratica disponibile e flessibile, poliedrica e ricca di sfumature.

IL DOJO

L’Aikidô può essere praticato ovunque, ogni spazio, specialmente quando parte della natura incontaminata, si presta ad una pratica fruttuosa. Allo stesso modo, ogni momento è adatto per la pratica, così come ogni attività, in quanto ogni azione è potenzialmente adatta a nutrire lo studio di una disciplina come l’Aikidô, finalizzata a forgiare il proprio animo ed il proprio corpo, affinandone le qualità e le caratteristiche. Il dojo tuttavia è lo spazio di riferimento per la pratica, il luogo ove si pratica la Via.  In origine il termine, ereditato dalla tradizione buddhista cinese, indicava il luogo in cui il Buddha ottenne il risveglio e per estensione i luoghi deputati alla pratica religiosa nei templi buddhisti. Il termine venne poi adottato nel mondo militare e nella pratica del bujutsu e, per antonomasia, è oggi inteso come il luogo ove si effettuano gli allenamenti di arti marziali. Ogni praticante è tenuto ad onorare ed avere massima cura del proprio dojo.

AIKIDÔ

Il Fondatore

Ueshiba Morihei
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Il Maestro Tada

Tada Hiroshi sensei
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